giovedì 25 marzo 2010

Città morte

Parlo delle città mute
quelle morte
specchio di vicoli e miserie
perlopiù
qua e là ricche di pietra e fiori.
Le città morte
di anno in anno
fioriscono d'ipocrisia
e pochi resistono al rito.
Eppure la pietra
resta lì
secolare, un po' spaurita
a cercarsi il silenzio consueto
a consumare lo spazio
e cresce.
Sono città forti quelle morte
sanno reggere la debolezza
nutrite a lacrime e nostalgia
sfidano la natura
e vincono.
E la terra altro non può
che soccombere al cemento.

venerdì 12 marzo 2010

E slaccio i fili


Vivo in quel posto liquido
fatto di umidità leggera
che arriccia i capelli
 e vanifica la spazzola furiosa.
Vivo in quel posto che sempre risuona
colmo di un silenzio che non sa tacere
e in esso mi cullo
e cresco i miei figli senza corpo,
bisognosi solo di sogni
e nessun altro cibo.
Così sono madre
e insieme sono figlia
ogni giorno a tessere i fili dei pensieri
per farne un'unica trama
da poter indossare.
E di tanto in tanto slaccio quei fili
ché i figli han bisogno
pure d'esser liberi.

lunedì 8 marzo 2010

Esisto

M'accompagna la paura
di non riuscire a stare
mani nelle mani
senza far nulla.
Costretta a pensare
orfana dell'alienazione del fare
scoprire d'esser di vuoto
qua e là occupato di materia.
Altro non c'è di me
nel mondo
se non qualche parola
una manciata di molecole
una qualche convinzione d'esistere.